AIMSHA: la forza della non violenza

 

Evitare di far del male ad ogni creatura è la vera sapienza, tutto il resto è ignoranza.

BhagavadGita

 

 

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Nello yoga una delle cose più difficili credo sia la comprensione del concetto di NON VIOLENZA ( AIMSHA in sanscrito) associato a quello di FORZA.

La NON VIOLENZA è una scoperta che l’occidente deve all ‘India, ma le cui istruzioni per l’uso non sempre sono ben comprese. Scordandosi che sia Gandhi sia Aurobindo sono stati in carcere e hanno scatenato conflitti che essi ritenevano giustificati, molti non-violenti perseguono una pace facile e illusoria in cui tutti i rischi di conflitto sembrano sparire. In realtà non violenza NON è cedevolezza, NON è mollezza ma richiede una straordinaria fermezza. Verso gli altri non violenza non significa non avere opinione e non prendere posizione così come verso se stessi non violenza non significa noncuranza o pigrizia.

L’incontro con lo yoga nella pratica fisica spesso genera grande stupore dopo il primo incontro. La frase che più spesso sento ripetere è: “non pensavo che fosse faticoso” , e subito dopo: “Il giorno seguente la lezione ero indolenzito “… quasi che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto questo. Stupisce i neofiti l’apprendere che lo yoga richiede una muscolatura salda, una volontà determinata e un retto pensiero: dietro allo stupore c’è sovente l’illusione che lo yoga sia una tecnica che consente di trasformare il corpo senza fatica, senza mettersi in discussione; ma non è così.

 

E’ vero che grazie allo yoga si sviluppa un’attenzione particolarmente raffinata verso le sensazioni, una coscienza del corpo molto gradevole, leggera, distesa; ma è anche vero che pochissimi sono quelli che vi accedono senza uno sforzo tenace per sciogliere le tensioni, per ristrutturare un dorso asimmetrico, per raccogliere una mente dispersa o placare una respirazione affannata.

 

Errore ancor più grave è quello di credere che si possa ottenere una trasformazione globale della persona senza fatica e che l’abbandono significhi semplicemente lasciarsi andare .

Essere Non violenti non significa essere passivi e quindi anche nella pratica adottare un atteggiamento non violento non significa solo rilassarsi o limitarsi a ruotare polsi e caviglie; le posizioni via via più complesse ci allenano a trovare strade intelligenti e consapevoli di forza, rettitudine, ascolto; conoscere il proprio corpo, quindi se stessi e sfruttare ciò che la natura ci ha donato (tantissimo) come punto di forza senza avvilirsi per ciò che manca, provando invece a costruirlo e realizzarlo con costanza, pazienza e tenacia.

Ciò che attira spesso nello yoga è la reputazione di facilità: mi rilasso perchè non devo fare nulla; senza essere del tutto falso, questo approccio edulcorato non permette sfortunatamente di andare molto lontano nella propria evoluzione.

Perciò FORZA, inizia la pratica!