Balla,Roma!

Ottavo Episodio

… nelle situazioni d’emergenza io perdo la testa. Letteralmente. Non sono nemmeno certa di come mi chiamo figuriamoci se sono in grado di pensare ad una soluzione. Eppure dovrei essere allenata considerando che sono una sfigata cronica. Quante volte,nell’ordine, mi si è allagata casa per via della lavatrice, o sono entrata in casa scavalcando la finestra dopo aver lasciato le chiavi nella toppa della porta o come quella volta che ho lasciato parte della spesa alla cassa perchè avevo dimenticato la carta e i contanti non mi bastavano (…) . Perdo la testa.

Come mi sia venuto di pensare a Leone e alla possibilità che lui gentilmente mi facesse entrare in casa sua e mi prestasse la stampante per il mio articolo credo possa bastare come esempio.

Perdo la testa e farfuglio pensieri senza logica.

Si è fatta mezzanotte e vorrei mettermi a piangere. Mio nonno mi raccontava,sin da piccola, che se piangevo senza motivo poi pian piano avrei cominciato a vedere i colori sbiaditi .Mi diceva: ‘Vedi AnnaG ai nostri occhi per vedere bene servono le lacrime infatti i nostri occhi,all’interno, sono umidi. Se tu butti fuori le lacrime allora poi loro non funzionano più come dovrebbero e addio colori nitidi!’.

Sull’orlo del pianto ripenso sempre a questa storiella che oggi so non essere vera ma l’effetto ‘paura’ lo sortisce ancora.

Mi trattengo, dai. Pensa ai tramonti su Roma sbiaditi. O all’alba sul terrazzino di casa mentre mi abbuffo di ciambella al cioccolato,sbiadita. E i colori del mercato. Mi trattengo,dai.

Ma sei io mi tolgo questi fondi di bottiglia che porto da quando ho otto anni i colori non sono sbiaditi, proprio non li vedo!!!

Le cose sono due: o ho pianto davvero tanto senza un valido motivo o il nonno con la sua storiella mi ha maledetta.

E allora sai cosa ti dico,quasi quasi piango!!!

Mi serve una stampante!!!

Certo che ho pensato a Tan, la mia ancora di salvezza in questo mare di contraddizioni e ipocrisie ma so per certo che questa volta neppure lui ha una soluzione per me.

Mi affaccio ugualmente alla finestra e stando attenta a non svegliare il vicinato urlo verso la sua finestra: ‘Tan! Tan!’.

Eccolo arrivare.Doveva starsene sul divano a guardare uno dei suoi documentari preferiti.

‘Senti, ho finito l’articolo per ‘RomaOra’. Il regolamento diceva espressamente che oltre all’invio per mail serve anche una copia cartacea da recapitare personalmente lunedì mattina. La mia stampante non dà più segni di vita. Domani è sabato e dopo domani è domenica. Hai suggerimenti?’

-‘Sì, molla tutto. Usciamo e andiamo a ballare per strada. Mia sorella che non vedo da sei anni mi raggiungerà la prossima settimana. Dobbiamo festeggiare.’

In men che non si dica eravamo per strada così come eravamo in casa. Con il pigiama.

Mi abbracciò avvolgendomi fra le sue braccia e per la prima volta mi resi conto che l’unico modo di abbracciare veramente qualcuno è quello. E allora io non avevo mai abbracciato nessuno veramente. E nessuno mi aveva abbracciata così prima di Tan.

Ballavamo senza musica.

Il ritmo era dentro di noi.

In quegli istanti la guerra non esiste.

Non è giorno,non è pomeriggio,non è notte ma è un unico tempo nel quale puoi muovere le braccia senza fare male a nessuno. Dove battere i piedi senza calpestare il vicino.

Non ci sono più le insicurezze che fanno rima con il tuo nome.

Le paure che si addormentano nella tua stessa parte di letto si sono sciolte alla giravolta dopo.

I sogni sono bolle di sapone che volteggiano nell’aria e tu le fai esplodere con l’indice della mano come il tocco lieve sulla nota di un piano.

Ballavamo a crepapelle.

Roma se ne stava in silenzio ma lo sapevamo tutti e due che avrebbe voluto ballare con noi.

Tan è felice in un modo che non avevo mai visto prima di allora.

Due ore dopo,alle 2 di notte, eravamo seduti su di un muretto con la bava alla bocca al solo pensiero di bomboloni alla crema che neanche una donna incinta con le voglie in piena notte.

-AnnaG…Ora che vai a letto prova a riflettere su questo:

‘Se sai ballare senza bisogno che ci sia la musica allora puoi tante altre cose. Quello che ti serve è dentro di te.’

Caddi in un sonno profondo e mi arresi alla notte.

(…)