CAPPELLO, MODA 2015

C’era una volta un uomo cieco che si trovava seduto sul gradino di un marciapiede chiedendo elemosina. Ai suoi piedi teneva un cappello dove i passanti potevano lasciare le loro monete per aiutarlo. Vicino al cappello aveva un pezzo di cartone con scritto: “Sono cieco. Aiutatemi, per favore”.

Un mattino, un pubblicitario esperto di marketing e comunicazione, passò di lì e si fermò. Guardando nel cappello dell’uomo non vedente, notò che vi erano solo poche monete e di poco valore. Il pubblicitario si chinò e aggiunse anch’egli alcune monete. Poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il suo cartone, lo girò dal lato opposto e con un pennarello che aveva con sé, scrisse un’altra frase. Posò il cartone dove era prima, ma ora i passanti avrebbero letto la nuova frase.

Poche ore più tardi, nel pomeriggio, il pubblicitario passò nuovamente dall’uomo non vedente e notò che il suo cappello era colmo di monete e anche di qualche banconota.

Il cieco riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva preso il suo pezzo di cartone cambiando la frase scritta, ma soprattutto chiese che cosa vi avesse scritto. Il pubblicitario, contento, rispose:
– “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la sua frase in un altro modo”. Sorrise e se ne andò.

Sul suo pezzo di cartone vi era scritto: “Oggi è primavera e io non posso vederla”.

Morale: quando le cose non stanno andando molto bene cambia la strategia e vedrai che miglioreranno.
(Trovata girovagando sul web)

Cercavo una frase celebre e d’effetto per cominciare a scrivere il post, una buona abitudine che Elisa mi ha insegnato, e mi sono imbattuta in questa bellissima novella dal significato profondo, dove il cappello è solo un contenitore per accedere ad un risultato variabile; noi parliamo di moda e frivolezze, anche se le energie che attraversano i nostri corpi le riteniamo colpevoli delle scelte dell’abito che indossiamo, parliamo di “tendenze”, anche se ci piace immaginare che tutti riescano a raccontare una vita volteggiando tra i loro vestiti, parliamo di noi e di ciò che dovremmo indossare senza preoccuparci del parere del vicino o di uno sguardo “nemico”.

IL “cappello” e ciò che mi ricorda??
Mio nonno che entra in casa all’ombra della tesa del suo cappello, un sorriso lucente ed un apertura verso il cielo di quel “Borsalino” grigio; sempre appeso dentro l’armadio, un gioco divertente per noi bambini, oltre al nonno è arrivato il “cappello” quasi fosse un disco volante, e poi lo fai girare, saltare, ti scivola sulla testa, senza rumore, e poi l’odore acre della sua pelle…attimi di amore.

Il “cappello” un difficile accessorio da indossare, il motivo??? rovina la piega e soprattutto è un mezzo per farsi notare, tante di noi non amano essere al centro dell’attenzione ed in più subiscono e soffrono il parere delle persone, provate a spostare il focus, un altro punto di vista, proprio come la novella, cosa avete voglia di fare?? vi piace?? non guardate fuori, guardate dentro di voi ed esprimete il vostro più intimo “IO”.

Il “cappello” è un concentrato di magia, sensualità, mistero e femminilità, non possiamo desistere a lungo..

DSC_0077 DSC_0076 DSC_0075 DSC_0074 DSC_0072