Inceppamento carta

Settimo Episodio

…Giro la chiave nella toppa della serratura. Finalmente casa.

La cacio e pepe sta dolcemente abbandonando il mio stomaco che nel frattempo è impegnato con tripli salti carpiati su di sè: sintomi d’amore. Dovrebbero essere loro.

Inciampo sulla cesta dei vestiti che ho accuratamente lasciato in mezzo al corridoio, forse credendo che qualcuno li avrebbe tolti al posto mio ma dimenticando che in casa ci sono solo io. E così, l’appuntamento intimo che più intimo non si può con il pavimento!.

Recupero gli occhiali che senza chiedere il permesso sono scivolati lontano da me e finalmente torno alla realtà. Cioè alla dimensione di casa mia. Quale sia la realtà fatico a decifrarlo.

Ricordo nei minimi particolari quella mattina d’inverno quando mi svegliai a Cala Cirica in Sicilia,la mia terra d’origine,esattamente come il giorno nel quale diventai ‘signorina’.

Avevo appena inzuppato un biscotto nel caffè latte che comunicai ai miei genitori l’unica consapevolezza che avevo maturato fino a quel momento: ‘Nella vita voglio raccontare storie.’

Occhi sbarrati che si tradussero in parole: ‘Figlia mia, quanto sei strana tu! ‘

Io lo sapevo che loro da quando sono nata scomodavano tutti i santi ogni domenica andando in Chiesa a pregare perchè la loro unica figlia trovasse un impiego serio e stabile, un ragazzo del paese da sposare e perchè no, entro i trent’anni farli diventare nonni. Utopia.

Misi in valigia qualche vestito, qualche libro, le memorie contenute nei diari segreti dei tempi delle medie, la macchina fotografica e per le prime ore di viaggio pure l’aggettivo ‘strano’. Lo abbandonai definitivamente per strada e d’improvviso mi sentii AnnaG come non mi ero mai sentita prima.

Scelsi di trasferirmi a Roma perchè c’era tanta gente e loro avrebbero suggerito le mie storie.

Li avrei guardati fermi al semaforo in attesa del verde; bere il caffè al bancone di un bar prima di andare al lavoro; preparare un pic nic la domenica pomeriggio; comprare il giornale; baciarsi nei vicoli più nascosti; dare indicazioni ai turisti… Non mi importava se loro non mi vedevano. Io dovevo vedere loro.

Qualche mese dopo,una mattina che piuttosto che uscire di casa mi sarei fatta fare una puntura alla pancia,causa l’acne alla nutella della sera prima, l’annuncio alla fermata dell’autobus: ’20 giorni di tempo per scrivere alla redazione di ‘RomaOra’ e curare dall’inizio alla fine una rubrica di storie di vita quotidiana all’interno del giornale.’

20 giorni sono una infinità di tempo ma anche giusto il tempo di uno sbadiglio se non sai utilizzarli al meglio.

Da ora, 20 giorni per cominciare a credere nella forza dei sogni.

Requisiti : laurea; freschezza; bella presenza.’

La laurea ce l’avevo.

Fresca ero fresca. Era mattina e prima di uscire di casa avevo fatto la doccia.

Bella presenza……………..per la zia della nonna di mia mamma ero stata da sempre ‘AnnaG…fonte di luce umana’. Era l’equivalente di ‘bella presenza’ o era un modo per dire ‘ vai a prendere il sole che sei bianca da far luce…?’

Non ci avevo mai pensato prima di allora. Chissà cosa voleva dirmi quella donna più larga che alta.

Forse un requisito su tre ma sufficente per provarci.

E allora eccomi qua,risorgo dal pavimento,occhiali indosso e via che riparto a scrivere. Oggi è esattamente il 17° giorno. Ne mancano ancora tre. Posso farcela.

Decido di stampare quel che ho scritto fino a quel momento che eccolo là: il segnale che non vorresti mai vedere. O per lo meno non in momenti critici come questi : ‘Inceppamento carta’.

Io so aggiustare la mia stampante secondo voi?!

Venerdì sera ore 20: negozi chiusi.

Sabato e Domenica a Roma pare proibito lavorare,figuriamoci se trovo un tecnico e lunedì è il giorno di consegna.

‘Respirare’- lo diceva sempre il mio insegnante di nuoto che è stato mio insegnante la bellezza di una settimana. Perchè a me il nuoto non è mai piaciuto !!!

‘Respirare’.

Ma io come faccio a respirare se per un ‘inceppamento carta’ sto mandando in fumo il mio sogno, il mio trasferimento a Roma, la mia vita,il mio lavoro,le mie promesse, l’amicizia con Tan che mi considererà una perfetta imbecille e poi…e poi Leone! In qualche modo lo verrò a sapere e allora non sarò più solo la sua ‘consigliera’ ma la sua ‘consigliera sfigata di fiducia’…!!!

‘Respirare’.

Ma che vuol dire ‘Respirare’?!?!?! Ci sono momenti in cui non c’è tempo per respirare!!!!

Leone…. magari ha una stampante…!!!