” Mi chiamo Leone:piacere AnnaG!”

Quinto Episodio.

…no,non può esserci un’altra spiegazione ma dovrà pur esserci un’altra prospettiva dalla quale guardare le cose?!!!!

Sono stufa di osservare il mondo dal mio metro e cinquanta di statura con i capelli arruffati anche quando umidità non c’è. Non faccio in tempo a consumare il pensiero nella mia mente che sono già dentro il negozio.

‘Ciao,mi chiamo AnnaG e mi piaci dal primo momento che ti ho visto.’

Giro i tacchi senza dargli il tempo di respirare,figuriamoci di rispondere e mi avvio verso la bancarella.

Solo quando sono alla fine della strada realizzo quello che ho fatto. Gli ho detto che mi piace. Glie-l’ho-det-to. Ce-l’ho-fat-ta. Spalle al muro,cuore in gola ma la felicità che pulsa dentro.

Mia madre e prima mia nonna e poi tutte le mie zie non ne sarebbero state in grado. Lo so. Saranno stati il babbo,il nonno e gli zii maschi a chiedere loro la mano. Roba da uomini mica da donne. Se sapessero quello che ho fatto forse sarebbe la volta buona per renderli fieri di me. Non hanno ancora buttato giù che dalla Sicilia mi sia trasferita a Roma per inseguire i miei sogni,nessuno escluso.

Li vedo i manifesti grandi e colorati… ‘AnnaG: la donna che ha rivoluzionato anni di tradizioni,dichiarandosi ad un uomo.’

Il concerto assordante dei clacson delle auto mi riporta alla mia bancarella e al fatto che non sia stata raggiunta per ricevere un qualsiasi tipo di risposta.

La prima cliente,eccola sta arrivando! Basta perdersi fra inutili conclusioni:quel che è fatto è fatto.

‘Buongiorno!’- è una donna Inverno,la riconosco subito.

Esistono quattro tipi di donna corrispondenti alle quattro stagioni a seconda del colore dei capelli degli occhi e della pelle. A ciascuna di queste donano certi colori piuttosto che altri e questo fa sì che io possa consigliarle al meglio.

I colori della donna inverno sono il nero,il bianco,il rosso,il grigio,il rosa shocking e il viola ghiaccio.

‘Vorrei una gonna per questa sera. Sono stata invitata a cena. Un invito galante ma ecco,non troppo,è la prima sera.’

Aveva cinquant’anni ed era ancora una donna bellissima,chissà com’era alla mia età. E lui?! Deve essere altrettanto bello.

Ma a cena vorrei andare anche io!!!! Perchè non è uscito da quel negozio,non ha percorso tutta la strada fino in fondo e mi ha raggiunta per invitarmi a cena!?!? In fondo anche lui non aspettava altro che quella dichiarazione! Avrebbe voluto farla lui a me ma non ne aveva avuto il coraggio! Ora era tutto più semplice e potevamo vivere felici e contenti per sempre! Nella mia testa le cose non facevano una piega. Nella mia testa,appunto.

Trovammo una gonna graziosissima,entrambe fummo felici e ci salutammo con la promessa di rivederci per scegliere un altro capo se ci fosse stato un secondo appuntamento.

Le ore andavano e io alternavo sentimenti di onnipotenza a totale distruzione.

‘Che nome è AnnaG?!’- alzai la testa. Era lui.

Trattenni l’istinto di rispondere ‘quello che mi ha dato mia madre’ e con la voce impastata che così impastata neanche il giorno della mia laurea,risposi: ‘ Mi chiamo AnnaGiulia.  Mia madre subito dopo il parto mi guardò e racconta,oggi,che avevo sia la faccia da Anna che da Giulia. Anna era il nome di mia nonna. Giulia della zia della mamma di mia mamma. Perchè non fare una bella combo?! Trovare un nomignolo non sarebbe poi stato così difficile. E infatti ebbi la fortuna alla scuola materna,si fa per dire,di capitare in classe con una bambina di nome AnnaChiara e una  AnnaMaria. La prima era figlia dell’insegnante dell’altra classe e la seconda della direttrice della scuola. Entrambe vietarono a tutti i bambini  di trovare per queste soprannomi. Io avevo perso nella gara della ‘selezione naturale’ e allora i miei amichetti non poterono far altro che scagliarsi sul mio nome e coniarono AnnaG. Da quel giorno sono AnnaG per tutti. Da sola invece combatto con le ripetute crisi di identità.

Lo avevo fatto veramente. Non ci credo. Avevo parlato e parlato e specificato l’inutile.

La sostanza AnnaG, la sostanza!!! I tuoi particolari non interessano a nessuno!

Persa per persa,azzardai…

‘E tu,come ti chiami?!’

‘Leone. Mi chiamo Leone. Piacere,AnnaG.’

 

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