YOGA TAGLIA UNICA

“Il problema non è che siamo noi che siamo grasse, sono le taglie che sono piccole.” 

Geppi Cucciari

 

Ho sempre amato stare a metà, venire dopo qualcun altro, non essere la prima. Mio papà quando ero piccola mi diceva spesso che nella scala dell’eccellenza era più saggio non stare sul primo scalino, ma al secondo o al terzo posto: impegnarsi per fare bene, al meglio ma senza le frustrazioni che occorrono ai primi quando per una volta disgraziatamente non vincono o non sono i migliori… e accadrà, oh se accadrà! E’ vero però che con questa educazione non si è minimamente formato in me nemmeno un leggero spirito competitivo, non ho mai vinto niente, non sono mai stata la migliore. Ma non conosco l’invidia, la slealtà, l’opportunismo. In una società che si basa sulla competizione e l’eccellenza, mio padre mi ha condannata ma in parte anche salvata. Adesso sta a me decidere se essere felice o meno di questo insegnamento! E io decido che sono felice di stare a metà… anche rispetto al blog sono felice di stare a metà settimana e cogliere i suggerimenti delle mie “colleghe” ogni volta, stimolata dalle loro idee. Quando ho letto “taglia L”, cara Nico, come mi sono sentita coinvolta! E anche rispetto a questo argomento sono felice oggi di essere a metà della scala. Non magrissima, non in formissima, non “perfetta” (che poi cosa vorrà dire sta perfezione non lo capirò mai)! E lo vorrei urlare qui su questa pagina, anche per quanto riguarda lo YOGA: lo yoga non ha taglia, non è magrezza, ma leggerezza: la leggerezza che si ricerca non è la leggerezza del nostro “culo”(chiedo venia ma mi scappa così), ma leggerezza di pensieri, d’ anima, del modo in cui impariamo ad affrontare gli ostacoli quotidiani.

 L’altra sera parlando con una bellissima donna dalle splendide forme rotonde e il viso che pareva un angelo, mi sono sentita dire che finché non dimagrirà non potrà tornare sul tappetino, altrimenti si sarebbe sentita a disagio e impacciata a muoversi in un corpo imprigionato nel suo grasso. Ma io penso che questo limite non sia dello yoga, non sia della vita, bensì della nostra mente e di una società insensata che ci ingabbia dentro modelli stereotipati così stretti come bustini del ‘700 da non respirare più. E allora penso alle riviste di yoga e in effetti son tutte modelle secchissime e contorsioniste, tutte belle da paura, praticamente “perfette”!! E se non sei fatta così non sei credibile nemmeno come insegnante, dovresti essere sempre magra, pancia piatta, mangiare solo semi e bere solo tazzoni di tisane depurative… ma dai!!! E quand’è che torniamo alla realtà? Niente in contrario nei confronti di quelle persone che godono nel mangiare solo semi, ma io non sono così. Cerco di rispettare il mio corpo, di ascoltarlo quando ha bisogno di un periodo di detox, di controllarmi nei giorni successivi se esagero; ma se ho la pancia è anche perché sono “grande”, se il mio corpo cambia è perchè ad un certo punto diventare più morbide è fisiologico, se non ho mai avuto il sedere piccolo ( anni e dico anni nascosto sotto ad un giubbino di jeans stretto in vita) non mi verrà certo a furia di mangiare semi e non mi vergogno più di cacciarlo dentro un paio di leggings stretti per praticare.

E si, lo so, ci sono persone più rotonde di me per cui la questione è ancora più seria teoricamente …ma credo che la paranoia sia dentro la nostra testa e che ci sono donne rotonde che si vedono belle come delle dee e donne magrissime che si vedono orribili e non escono magari se si vedono imperfette. Perciò usciamo dalle copertine delle riviste (di yoga e in genere), dalle richieste della società e di chi ci critica, saliamo su un tappetino se abbiamo voglia di praticare o facciamo qualsiasi cosa desideriamo, libere da queste prigioni estetiche. Cercando in rete, tra le varie aberrazioni e le nuove assurde derive dello yoga, ho scoperto che è nato il CurvYoga, si lo yoga per le donne formose: allora ghettizziamoci tutti, facciamo lo yoga per i neri che hanno più senso del ritmo e si muovono meglio, lo yoga per chi soffre per amore e dovrà fare asana per il chakra del cuore e lo yoga per i grassi che rotoleranno sul tappetino…. E pensare che lo yoga dovrebbe portarci all’Unione, ma da quando l’abbiamo preso in mano noi occidentali non abbiamo fatto altro  che segmentarlo per stili, per business, per taglia.

Possiamo respirare ? Vogliamo essere più rilassati ? Siamo disposti ad imparare qualcosa di nuovo di noi ed ascoltare quello che ci accade durante la pratica? Questo è tutto quello che serve per fare Yoga.

 

Viene fatto un enorme disservizio alla nostra cultura e a ognuno di noi quando si pubblicano solo  immagini di Yoga limitate a magre e giovani praticanti bianche. Vengono allontanati tutti gli altri dall’approcciare una pratica che potrebbe cambiare la loro vita. Lo Yoga così si trasforma in un modo per diventare come le celebrità e avere un bel sedere, ma si perde l’essenza della pratica.  Yoga è conoscere se stessi e trovare strumenti per far fronte alla vita di tutti i giorni: lo Yoga può essere questo strumento fruibile da tutti. Per fare questo, abbiamo bisogno di andare oltre gli stereotipi.

Tutti i tipi di corpo, sesso, età e colore possono praticare Yoga: Yoga è per tutti. Se vogliamo essere il cambiamento nel mondo dobbiamo cominciare da qui, dall’evitare separazioni, distinzioni, differenze, modelli e trovare la bellezza in ogni forma e taglia, ognuna a suo modo speciale. Non esisterà più competizione, non ci sarà più una scala dell’eccellenza in cui dimostrarsi più bravi, più flessibili, più magri. Ma solo uno spazio dove essere veri, originali, spontanei.

 

E allora grazie papà, ancora a volte litighiamo e ci scontriamo ma senza di te non sarei quella che sono, unica, semplicemente “relativamente perfetta”.

 

“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.”

Italo Calvino

Namaste

Elisa

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