Un caffè (macchiato),per favore !

‘Vorrei avere un sacco,un paio di scarpe,un vestito solo. Vorrei anche avere vent’anni. Insomma vorrei avere quello che sogno e che non ho,e così volendo non ho niente,solo la mia fantasia.’ (Goffredo Parise).’

Mi trovo nell’Antica Roma,catapultata all’indietro di 2000 anni fa. Sono qui solo di passaggio,ma è impossibile non percepire il temperamento con il quale agiscono e quanto abbiano fatto della morale e del buon costume la loro ragione di vita. Sono rigidi e credono nel rispetto delle regole. Mi sento a mio agio,anche se non deve essere così semplice vivere,per una donna,nell’Antica Roma.Giusto ieri,una signora di mezza età, incontrata in uno dei tanti mercati,mi ha confessato che gli uomini non possono sfiorare (non toccare,ma sfiorare!) in pubblico la propria donna; non è usuale regalare fiori e scordatevi le cene al ristorante.Insomma,vivono nell’ombra degli uomini e al riparo della loro balia.

Grazie a Dio non ho fatto in tempo ad innamorami,ma sono arrivata giusto in tempo per raggiungere Brindisi!

E come poterli dimenticare?! Rustici e focaccia:un trionfo di besciamella e passata di pomodoro per i primi; un ripieno di cipolle,capperi e pomodorini per la seconda. Impossibile dimenticare. La terra dell’ospitalità,delle porte aperte,dell’odore di cibo 24 ore su 24,degli anziani fuori dalle case,instancabili. Se ne stanno là,a giocare a carte,a guardare chi passa, ad ascoltare il silenzio, a ricordare il giorno di ieri e io, saluto tutti. Non trattengo neppure un ‘Salve’. Saluto senza conoscere. Cammino oltre,ma immagino possano essere tutti nonni adottivi. E questo mi piace.

Con qualche chilo in più salgo in aereo: si vola! Direzione New York!

L’America è il sogno di tutti fin da quando si è bambini. Il mio a dire la verità non lo è mai stato,o per lo meno,non il primo.A portarmi là,credo sia stato il destino. Vado oramai da quasi due anni e ogni volta è sempre tutto troppo giusto. Al 5° piano si scandisce il tempo fra il dovere,il piacere di cene multi etniche,storie autentiche, sogni giovanili e speranze forti come l’amore quando è sincero. Di New York ,conosco le storie e potrei riconoscerne l’odore,fra mille.

L’Italia è sempre l’Italia…non passerà troppo tempo da lì al mio sbarco in Sicilia!   

Caldo torrido.Il Sole non è lo stesso di casa. Torrido. Colori…quanti colori! E così accesi! Forse quaggiù,non esistono le sfumature…Ragazzini giocano a pallone,per strada. Non importa se non hanno un vero campo da calcio, se urlano ad ogni ora del giorno,se stanno tirando calci invece di fare i compiti, se indossano gli stessi vestiti da cinque giorni a questa parte. Sanno ancora giocare,loro. E i vestiti stesi all’ombra di quei palazzi cadenti,chissà se sapranno mai di bucato o diventeranno solo più umidi di prima!? Le donne,in procinto di stenderli invece,continueranno ad urlare. Poco ma sicuro : è il loro modo di comunicare.

Per una pausa caffè con l’amica del cuore,cosa non si fa! Nonostante la distanza…Milano,arrivo!

Forse,anzi togliete il forse,non ci vivrei mai a Milano,appunto. Mi diverte il fatto che certuni scambino il mio accento con quello milanese,ma tolto questo,non credo sia il clima più giusto per me. Diventa tutto giusto quando selezioni il locale giusto e qua, la scelta, è piuttosto varia! Entra luce ad illuminare il lungo bancone fatto di mattonelle tutte diverse fra loro,sulle tonalità del grigio,accerchiato da sgabelli. Un piccolo giardino sembra crescere intorno a noi,visti i  tanti vasi di fiori. Appesa alla parete, una lavagna con su scritto i piatti del giorno da consumare sui tavolini appena fuori. La musica di Radio Deejay che fa da preludio a una serata in discoteca. Che dire…

Quando ti invitano ad una festa nella Capitale,puoi dire di no?! No. Cioè,sei obbligato a rispondere Sì! 

Odore di gelsomini ovunque.Sono inconfondibili e io non so nulla di botanica. Incorniciano quel terrazzo romano con disinvolta eleganza,che se alzo il braccio tocco il cielo e se guardo giù,ho le vertigini.Non conosco quasi nessuno,ma per andare ad una festa non serve conoscere gli altri per filo e per segno. Basta l’invito, e quello, non manca. Indosso un tubino lungo,attillato,luminoso, con un’ampia scollatura sulla schiena.I capelli sono raccolti in un morbido chignon e i tacchi,altissimi. Ci sono voluti anni perchè mi accettasi davvero per quella che sono e non temessi più il giudizio degli altri,che stasera, no,non ho nessuna intenzione di nascondere la mia femminilità. Ballo,Ballo,Ballo. Chiudo gli occhi,mi faccio trasportare e non sento più nulla. La musica ci copre e la Luna è l’invitata più bella. Qualcuno mi prende i fianchi, con fare deciso. Questa sera c’ è anche Jep. Ci siamo trovati.

Le prime luci del mattino…il trucco sbavato…l’adrenalina in corpo che sale e scende…torno da te,Bologna! 

Dove l’aria è fresca e pulita che cammineresti tutta la notte,senza mai andare a dormire. Dove fai amicizia e ti innamori prima di subito,cancellando tutto,quando viene mattina. Dove tutti hanno fame di vita. Dove lui,sotto a un portico,credendo di essere Bob Marley,canta per te. Dove sai in quanti siete usciti di casa,ma non quanta gente si unirà o perderai per strada,passando da un locale all’altro. Dove anche sopra i tuoi scalini maleodoranti è sempre una serata indimenticabile.

Lo so,non ne potete più di questo fiume di parole,ma se avete avuto la forza di arrivare fin qua,lasciate che risponda alle domande che so,vi stranno balenando per la testa…

‘Quanti mesi per visitare questi posti? Quante valigie fatte e disfatte? Quanti minuti di ritardo accumulati?’

Il tempo di bere un caffè.

Sciacquo la tazzina.

Buon caffè !

 
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